Probabilmente nel Devoniano i mari epicontinentali erano molto vasti e le acque interne abbondavano: entro ed attorno ad esse si affollavano
Pteridofite e
Gimnosperme e i loro resti formavano uno spesso strato di terriccio. Su questo suolo ombroso e saturo di umidità cominciarono ad
avventurarsi alcuni dei tanti pesci evolutisi in quel periodo.
La spinta a migrare verso un ambiente nuovo e ostile è stata data - come per gli Invertebrati - dal periodico prosciugarsi delle lagune e delle paludi, nonché dalla frammentazione dell'habitat che limitava o precludeva la panmissìa. Il poter superare le barriere costituite da lembi di terra asciutta offriva ai vertebrati acquatici la possibilità di popolare o ripopolare nuovi spazi e di provvedere nello stesso tempo a
un continuo riassortimento del patrimonio genetico della specie, riassortimento che offre vantaggi evolutivi molto grandi per ogni sorta di organismi.
Presupposti per uscire dall'acqua era il possesso di un efficiente controllo dell'ambiente interno, nonché la facoltà di muoversi su un substrato solido o semisolido. Questi presupposti erano presenti presso molti pesci di quell'epoca.