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Ecologia del Devoniano

Probabilmente nel Devoniano i mari epicontinentali erano molto vasti e le acque interne abbondavano: entro ed attorno ad esse si affollavano Pteridofite e Gimnosperme e i loro resti formavano uno spesso strato di terriccio. Su questo suolo ombroso e saturo di umidità cominciarono ad avventurarsi alcuni dei tanti pesci evolutisi in quel periodo. 

La spinta a migrare verso un ambiente nuovo e ostile è stata data - come per gli Invertebrati - dal periodico prosciugarsi delle lagune e delle paludi, nonché dalla frammentazione dell'habitat che limitava o precludeva la panmissìa. Il poter superare le barriere costituite da lembi di terra asciutta offriva ai vertebrati acquatici la possibilità di popolare o ripopolare nuovi spazi e di provvedere nello stesso tempo a un continuo riassortimento del patrimonio genetico della specie, riassortimento che offre vantaggi evolutivi molto grandi per ogni sorta di organismi.

Presupposti per uscire dall'acqua era il possesso di un efficiente controllo dell'ambiente interno, nonché la facoltà di muoversi su un substrato solido o semisolido. Questi presupposti erano presenti presso molti pesci di quell'epoca.

Tra la fine del Siluriano e l’ inizio del Devoniano sono comparsi nel mare e nelle acque interne molti pesci divenuti poi capostipiti di intere classi. Simile “esplosione evolutiva” è correlata con la frammentazione dei continenti settentrionali e con la varietà di ambienti che essi offrivano. L’ isolamento di vari ceppi di vertebrati acquatici e la conseguente radiazione adattativa è stata causa della loro straordinaria fioritura, grazie alla quale il Devoniano è stato anche chiamato “periodo dei pesci”. Il Gondwana – in basso nella cartina - comprendeva: Africa, Sud America, Australia, Antartide ed India. La Laurenzia situata sull’ Equatore comprendeva Europa e Nord America.

I continenti nel Devoniano

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