La necessità di rappresentare i rapporti spaziali tra gli atomi che compongono la molecola in esame insorge spesso in biologia.
Nel caso degli zuccheri, poiché una rappresentazione realistica sarebbe troppo costosa, si ricorre a una rappresentazione prospettica schematica suggerita da Haworth la quale consente di distinguere prontamente il glucosio forma a
dal glucosio forma ß (fig. 3)
Simile rappresentazione nel caso dei polisaccaridi risulta un po' troppo approssimata, sicché si preferisce rappresentare la molecola nella conformazione
'a sedia'. Bisogna però stare attenti che l'eccesso di realismo può esser traditore, dato che spesso una molecola organica oscilla tra conformazioni spaziali alquanto diverse: l'ultima figura rappresenta difatti la conformazione più stabile, ma non l'unica assunta da una molecola di ß-glucosio.
Per le molecole piuttosto grandi, per le quali diventano importanti i fenomeni di coesione, diventa opportuno rappresentare la molecola mettendo in evidenza le superfici di Van der Waals,
cioè quelle superfici in corrispondenza delle quali le forze di coesione hanno il massimo valore. Al di sotto delle distanze ottimali indicate da dette superfici prevalgono solo forze repulsive, al disopra di queste, le forze coesive si attenuano e subito diventano trascurabili.
La rappresentazione volumetrica ha anche il vantaggio di porre in evidenza l'ingombro di certi raggruppamenti atomici. Tale ingombro proibisce a certi gruppi atomici di certe molecole di assumere alcune posizioni, che altrimenti sembrano possibili.