Clitellati
Alcuni Anellidi hanno abbandonato le protettive acque marine spingendosi nelle acque interne, dotate di salinità molto bassa e talvolta molto turbolente; in rapporto a ciò hanno modificato il programma riproduttivo in alcuni punti critici.
In primo luogo sono divenuti ermafroditi con accoppiamento obbligatorio e fecondazione interna. In secondo luogo sono scomparse le forme larvali pelagiche che le acque correnti trascinerebbero in luoghi inadatti, sicché lo sviluppo é divenuto diretto. In terzo luogo le uova sono protette da un bozzolo secreto da una struttura ghiandolare detta clitello, dalla quale deriva il nome dell'intera
classe, Clitellati.
Questi adattamenti all'ambiente di acqua dolce hanno permesso ai Clitellati di invadere in un secondo momento il terriccio umido, ma non hanno impedito che numerose specie tornassero a vivere in mare. I Clitellati si dividono nelle sottoclassi degli Oligocheti e degli Irudinei (Tab.); la prima comprende i ben noti lombrichi detritivori, la seconda le altrettanto note sanguisughe predatrici.
Oligocheti
Gli Oligocheti hanno metameri simili, quelli anteriori hanno però anatomia interna diversa poiché contengono gli organi della riproduzione. Le gonadi sono 2-4 paia. L'apparato vascolare é chiuso e contiene
emoglobina: le specie che vivono in ambienti asfittici ne hanno un'enorme carica e son quindi color rosso vivo, ma alcune specie di piccola taglia ne sono prive. Gli Oligocheti più primitivi
vengono chiamati Limicoli o Microdrili perché dimorano sopra o dentro i fondali fangosi e perché hanno dimensioni piuttosto piccole. Gli altri vengono chiamati Terricoli o Megadrili perché abitano di solito nel terriccio e hanno dimensioni medie più grandi.
Gli Oligocheti si nutrono di detrito vegetale, di batteri e di funghi microscopici contenuti nel fango o nel suolo, alcune poche specie sono carnivore, nessuna specie si nutre di vegetali vivi.
Oligocheti limicoli
I Naididi sono molto piccoli, portano setole sottili e lunghe e spesso si riproducono per scissione. Insieme ai Tubificidi formano una parte cospicua del
benthos di laghi e di stagni: i pesci se ne cibano. Alcuni tubificidi sono ritornati al mare, ove si nutrono di microorganismi che fagocitano attraverso i tegumenti; mancano di intestino.
Gli Enchitreidi, spesso privi di pigmento emoglobinico, incolori, hanno colonizzato l'ambiente terrestre e costituiscono una porzione importante della fauna del suolo (fig.).
Oligocheti terricoli
Noti come lombrichi, per aspetto e costumi sono più uniformi dei Limicoli. Il loro piano organizzativo é schematizzato nella fig.
La loro storia é legata alla comparsa e all'evoluzione dei vari tipi di suolo e quindi alla storia delle formazioni vegetali, soprattutto delle Fanerogame. Essi contribuiscono molto a rielaborare la tessitura del terriccio che ingoiano ed evacuano in enormi quantità e quindi giovano alla fertilità del suolo. La biomassa dei lombrichi in un prato (non disturbato dalle operazioni agricole dell'uomo) si aggira intorno a 3-20 quintali per
ettaro; questa cifra dà la misura dell'importanza ecologica di questi umili animali.
Gli Oligocheti terricoli costituiscono una quota importante della dieta di molti mammiferi e uccelli, in particolare delle talpe e delle beccacce.
Gli Irudinei sono Clitellati predatori, talvolta parassiti esterni, possiedono una ventosa posteriore formata dalla coalescenza di 6 segmenti, hanno un numero fisso di segmenti (33 in tutto) e sono privi di setole (ma una specie primitiva ne conserva alcune paia). Hanno cavità
celomatica ridotta e, in rapporto a ciò, apparato nefridiale e circolatorio modificati (fig.).
Esistono prove a favore della ipotesi che gli Irudinei siano derivati da oligocheti predatori che vivevano in acque correnti: i loro segmenti posteriori hanno formato una ventosa utile per attaccarsi al substrato e resistere al trascinamento da parte delle acque correnti. Per lo stesso scopo i bozzoli degli Irudinei vengono appiccicati a oggetti solidi al fondo delle acque e in qualche caso la madre li porta con sè attaccati al ventre, e protegge
poi allo stesso modo i piccoli appena schiusi.
La riduzione della cavità celomatica ad alcuni residui attorno ai
nefridi e ai vasi é da porre in rapporto al nuovo e diverso modo di muoversi delle sanguisughe: esse compiono movimenti a compasso (fig.) attaccandosi alternativamente con la bocca e con la ventosa posteriore: il piegare in due il corpo sarebbe ostacolato da cavità contenenti liquido, sia pure a debole pressione.
Parecchie specie di Irudinei si sono specializzate nel succhiare sangue ai Vertebrati, specialmente ad Anfibi e Pesci (fig.). La specializzazione ha comportato sia modifiche dell'apparato buccale divenuto atto a perforare i tegumenti della vittima, sia modifiche dell'intestino che ha acquistato varie sacche laterali che si riempiono del sangue succhiato e reso incoagulabile da uno speciale secreto (se così non fosse la sanguisuga non potrebbe più
muoversi dopo il pasto).
Alcune specie di sanguisughe dei pesci hanno seguito la vittima abituale quando questa si é trasferita dalle acque interne nelle libere acque marine e in tal modo sono diventate anch'esse marine.
I Pogonofori
Sono animali vermiformi che vivono nel
benthos marino entro tubi pergamenacei: mancano di intestino (fig.). I Pogonofori portano una corona di tentacoli all'estremità anteriore del corpo che é diviso in 4 (o 5) porzioni, di cui l'ultima é divisa a sua volta in segmenti muniti di setole simili a quelle degli Anellidi; anche la cuticola che protegge il corpo e l'emoglobina sono eguali a quelle che caratterizzano gli Anellidi. Possiedono gangli cefalici e
un cordone nervoso longitudinale poco differenziato dall'epidermide. L'apparato vascolare é invece molto evoluto.
La biologia di questi animali confinati nei fondali delle profondità marine (sono stati pescati fino a -9000 m) é molto singolare : alcuni vivono in simbiosi con batteri che per il loro metabolismo utilizzano l'acido solfidrico delle sorgenti termali sottomarine. Altri si nutrono di batteri fagocitati dai microvilli distribuiti sui tentacoli e sulla parte anteriore del corpo.
I Sipunculidi
I Sipunculidi (fig.) sono animali vermiformi detritivori del benthos marino, ma privi di ogni traccia di
metameria. Hanno un ampio celoma e vivono conficcati nella rena o nel fango, di solito a modica profondità; muscolatura e cuticola sono del tipo di quella degli Anellidi, la larva pelagica é una
trocofora.
Con i Sipunculidi si chiude l'inventario degli animali del benthos marino appartenenti agli Anellidi o a gruppi affini. Molti di questi animali si sono specializzati nel ruolo di spazzaturai del fondo marino, adottando però soluzioni funzionali molto diverse: Terebellidi, Echiuridi, Pogonofori, Sipunculidi. Altri
animali svolgono il medesimo ruolo: il mare é molto generoso di vita e quindi di spoglie di animali, di alghe, di microorganismi