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La traduzione

Il filamento dell'mRNA entra in rapporto con il ribosoma, il cui apparato, assistito da vari tipi di molecole, procede alla lettura della sequenza delle basi e la traduce in una sequenza di amminoacidi in conformità con un codice, o matrice di trasformazione.

Le tappe principali del processo sono le seguenti: presso ciascuna tripletta di ribonucleotidi del mRNA viene trasportato l'amminoacido 'attivato' che ad essa corrisponde in base al codice genetico; il vettore è costituito da una speciale molecola di RNA detta di trasporto (sigla tRNA). Dopo di ciò viene catalizzata la formazione dei legami peptidici tra amminoacidi adiacenti, l'energia occorrente viene fornita dalla defosforilazione dell'amminoacido. Insomma, da una parte avanza il filamento dell'mRNA e dall'altra esce la catena polipeptidica.

La traduzione viene effettuata in modo rapidissimo ma, di regola solo per un numero determinato di copie, dopodiché il messaggero viene distrutto. Questa demolizione può sembrare uno spreco, risponde invece a un principio generale in biologia: i messaggeri devono essere eliminati non appena hanno assolto alla loro funzione, se ciò non avvenisse, entro l'organismo si accumulerebbe senza freno una congerie di molecole eccedenti al fabbisogno. L'esistenza di un dispositivo di arresto automatico del programma non stupirà certamente chi ha avuto occasione di manovrare una macchina fotocopiatrice.

A causa della natura del codice, nel quale a ciascun amminoacido corrisponde più di una tripletta di basi del DNA diventa impossibile risalire dalla sequenza degli amminoacidi alla sequenza di nucleotidi dell'mRNA o del gene strutturale.

Non tutte le proteine vengono prodotte dall'apparato sintetico con la loro struttura definitiva. Alcune di esse subiscono modifiche che vengono designate 'post—traduzionali'.

Tali modifiche possono consistere nell'aggiunta di un gruppo prostetico che conferisce alle proteine la reattività o le attitudini fisiologiche che sono loro proprie. Nel caso dei gruppi sanguigni ABO viene aggiunta una breve catena polisaccaridica; nel caso delle emoglobine viene aggiunto un anello tetrapirrolico, l'eme, che lega un atomo di Fe; nel caso dell'emocianina, pigmento trasportatore di O2, un atomo di Cu viene catturato dal polipeptide, e via dicendo.

Dev'essere chiaro che nella produzione di proteine così confezionate, dopo il gene che specifica la catena polipeptidica devono intervenire i geni che specificano gli enzimi che sintetizzano il gruppo prostetico e quelli che lo aggiungono alla proteina.

Altri polipeptidi diventano fisiologicamente attivi dopo che da essi è stato amputato un segmento: è il caso dell'insulina, della tripsina e di altre proteine che con la loro attività danneggerebbero la cellula che le produce: i segmenti amputati svolgono la medesima funzione della sicura che garantisce l'incolumità a chi produce o trasporta certe armi.

Il controllo sulla traduzione.

La regolazione dell'attività di sintesi chimica all'interno di una cellula può essere meglio confrontata con l'insieme dei dispositivi di controllo che operano in una grande industria farmaceutica: la cellula è infatti in grado di sintetizzare in dosi precise migliaia di prodotti diversi a seconda delle esigenze funzionali del momento.

Un programma di produzione, comunque formulato, non risulta soddisfacente se il centro decisionale - che nel nostro caso è il genoma stesso - non riceve informazioni sul 'fabbisogno del mercato' che non è altro che il fabbisogno della cellula.

Le prime conoscenze sicure sul modo in cui il DNA riceve informazione e interviene di conseguenza sulla sintesi proteica sono scaturite dalle ricerche pubblicate da F. Jacob e J. Monod nel 1961, quindi poco prima del chiarimento completo del codice genetico e delle modalità del montaggio delle proteine. Negli anni successivi altri studiosi hanno descritto molti altri dispositivi di autocontrollo sicché oggi si dispone di un quadro molto ricco ed istruttivo che però in questa sede verrà trattato in modo succinto facendo riferimento alla genetica microbica.

Nella traduzione intervengono i ribosomi, a cui si lega l'mRNA. I ribosomi scorrono sul mRNA, coinvolgendo 2 codoni del mRNA per volta ed avanzando di tripletta in tripletta

Il codone di inizio AUG si lega al suo anticodone UAC, portato da un tRNA, mentre nell'altro sito del ribosoma si colloca un altro tRNA, accompagnato dal suo aminoacido

Il ribosoma avanza di una tripletta; il tRNA di inizio si allontana, un altro tRNA si lega al ribosoma

Il processo prosegue sino a che non interviene un segnale di stop

A questo punto il polipeptide completato si sgancia dal tRNA che lo sosteneva  e il ribosoma si decompone nelle sue parti

 

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