Alcune nozioni della biologia vengono acquisite attraverso esperimenti
ripetibili: l'interazione tra ossigeno ed emoglobina di una data specie, a
parità di condizioni esterne, rimane identica.
Altre nozioni hanno carattere empirico e provengono da osservazioni che
non si ha mai occasione di rifare identiche, ad esempio: la strategia di
caccia di un branco di lupi. Altre infine, vengono ricostruite attraverso
una somma di indizi e non sono assoggettabili ad alcuna verifica diretta:
la deambulazione e la ventilazione polmonare di un uccello estinto qual è
il Moa della Nuova Zelanda, o di una qualche specie di
dinosauro, non possono
venir ricostruite in base all'osservazione ed alla sperimentazione.
La non ripetibilità degli esperimenti o la approssimativa ripetibilità di
osservazioni compiute dai biologi fa sì che taluni cultori della fisica o
della matematica (scienze esatte) guardino alla biologia come a una
'scienza molle', a una 'scienza non standard'.
Simile atteggiamento deriva da un errore prospettico causato dalla diversa
complessità dei sistemi considerati e della scala temporale dei fenomeni
osservati.
Quando il fisico tratta di elettroni e di fotoni tratta di particelle che
non variano mai col trascorrere del tempo e sono tra loro identiche,
sicché può servirsi senza alcuna restrizione dei propri procedimenti
logici di tipo deduttivo ed affermare come andranno, o come andarono,
certi fenomeni a qualunque distanza di tempo. Egli si vale quindi di
criteri 'deterministici' ; sennonché al momento in cui passa a studiare la
fisica dell'atmosfera, o la fisica della crosta terrestre, quel medesimo
studioso è obbligato dalla complessità dei fenomeni e degli oggetti
intorno ai quali indaga a introdurre approssimazioni piuttosto vaghe e a
ragionare in termini di maggiore o minore probabilità invece che in
termini di rigido determinismo, cioè di rigoroso rapporto tra causa ed
effetto.
Il biologo che si occupa di comportamento animale (cioè di
etologia) si trova infine in
una situazione assai singolare in quanto sperimenta su soggetti dotati di
memoria. Questi soggetti
stimolati una seconda volta non gli ridaranno la risposta iniziale, in
quanto ricordano, in quanto sono stati modificati dal primo intervento.
L'etologo dovrebbe quindi di volta in volta sostituirli con altri soggetti
vergini di esperienze e dotati di patrimonio genetico eguale: nei casi più
fortunati troverà soggetti molto simili, ma non identici.
Va infine aggiunto che le previsioni che uno studioso può fare sono tanto
meno precise ed affidabili quanto più grande è la distanza nel tempo.
Il naturalista può trovarsi in difficoltà già nel predire le
caratteristiche di una popolazione a due generazioni di distanza, ma anche
l'astronomo - che non ha difficoltà nel predire il luogo e il momento
esatto in cui sarà osservabile ogni eclissi solare del prossimo millennio
- sa bene di poter sbagliare nelle previsioni delle eclissi a un milione
di anni di distanza. La
estensione dei tempi entro cui le fluttuazioni casuali dei valori,
sommandosi, turbano irrimediabilmente i calcoli dello scienziato variano
da caso a caso, ma esistono per tutte le discipline e tutti gli argomenti.
Queste considerazioni portano a concludere che la biologia può esser
definita in base all'oggetto dei suoi studi ma non in base ai metodi
concettuali o strumentali ai quali lo studioso fa ricorso. Tale
conclusione è importante e conferisce una fisionomia particolare a questa
disciplina che di giorno in giorno si espande ed occupa un posto vieppiù
importante nella cultura e nella società umana.