Il capo di questi piccoli crostacei molto primitivi porta antennule più piccole e semplici delle antenne, mentre le mascelle del secondo paio sono eguali alle appendici del tronco; il labbro superiore è presente, mancano gli occhi. (fig.)
I Cefalocaridi sono ermafroditi, condizione eccezionale nei crostacei non sedentari.
Questi crostacei abitano le acque interne. In essi le appendici toraciche non sono divise in articoli, bensì conformate a paletta; su queste appendici si innesta una branchia foliacea (da ciò deriva il nome della classe). Il capo porta antennule ridotte, le mascelle del secondo paio spesso mancano. Gli occhi composti sono peduncolati, talvolta mancano.
I Branchiopodi si nutrono di microplancton di cui sono, insieme ai Rotiferi, i più importanti consumatori nelle acque interne. In relazione alla vita in ambienti assai precari - compaiono anche in raccolte d'acqua temporanee - essi presentano fasi di resistenza costituite in genere da uova protette da involucri 'coriali' molto resistenti. Queste uova vengono trasportate facilmente dal vento, e l'ampia dispersione che ne
consegue favorisce la panmissia e rallenta i processi di speciazione.
Il sottrarsi ai fattori ambientali ostili ha fatto sì che alcune specie e alcuni generi abbiano durato per tempi assai lunghi, come presto vedremo.
Si nutrono grazie al flusso d'acqua generato dal battito degli arti conformati a paletta; questo flusso trascina il minuto plancton verso la bocca. Nell'ordine degli Anostraci il carapace manca, nell'ordine Notostraci ha la forma di una mezza cupola, negli altri ordini avvolge il corpo più o meno completamente
(fig.).
Entrando nei particolari, si può dire che nell’ordine degli
Anostraci figura Artemia salina (fig.) che predilige acque salmastre e soprassalate ove si nutre di alghe unicellulari senza trovare molti concorrenti, trova però nei fenicotteri un attivo predatore. Questi uccelli hanno becco e lingua ben attrezzati per filtrare la fanghiglia in cui le artemie pullulano in numero sterminato e ne consumano
quantità enormi. Si tratta di una catena alimentare breve, e stabile nel tempo..
Affini agli Anostraci sono i
Lipostraci del Devoniano che comprendono Lepidocaris rhyniensis poco diversa da Branchinecta attuale (fig.).
I
Notostraci sono muniti di un carapace che copre la parte anteriore del corpo. Sono animali di fondo piuttosto grandi (1-10 cm) che vivono negli stagni e in pozze di acque temporanee; un tempo abbondavano nelle risaie. Gli occhi di questi crostacei di fondo sono piccoli ravvicinati, sessili, rivolti verso l'alto; le appendici sono semplici e piuttosto uniformi, comprese quelle del capo.
Il gruppo è molto antico e molto stabile: il genere Triops, ad esempio, risale al Carbonifero; la specie Triops cancriformis (fig.) conta più di 200 milioni di anni.
Concostraci
Nei
Concostraci pelagici il carapace è diviso in due valve incernierate che fasciano il corpo dell'animale; questa protezione non è soggetta a mute, ma si accresce per strati concentrici. Le appendici laminari hanno il solo compito di spingere l'acqua verso l'avanti, e la motilità rimane affidata alle antenne bifide che in piena acqua funzionano come remi, e sul fango funzionano come le pertiche dei barcaioli di palude. Gli occhi sessili sono diretti verso l'avanti.
Cladoceri
Nei
Cladoceri il carapace ovoidale è chiuso ventralmente ed ha una cresta rigida dorsale; nella maggior parte delle specie lascia uscire il solo capo che è munito di un occhio sessile derivante dalla fusione di due occhi composti. Avanti agli occhi sporgono due grandissime antenne che costituiscono l'organo del nuoto. Le dafnie
(fig. ) presentano un interessante adattamento alla vita nelle acque interne della zona
temperata: all'inizio della primavera le popolazioni sono costituite solo da femmine partenogenetiche che depongono le uova in una 'camera incubatrice' situata nella parte dorsale dell'esoscheletro. Al momento della muta l'esuvia viene abbandonata e con essa tre-quattro uova che daranno origine alla nuova generazione di femmine partenogenetiche. Quando sopraggiunge l'autunno queste femmine divengono sessupare producono cioè, sempre per partenogenesi, una generazione
composta di femmine e di maschi che si accoppiano. Le femmine così fecondate depongono uova 'durevoli' che svernano e la primavera seguente danno origine alla nuova generazione di femmine partenogenetiche .
Anche gli Ostracodi (fig.) sono filtratori dotati di un carapace bivalve calcificato che avvolge quasi completamente il corpo, questo caprace viene eliminato a ogni muta. Il tronco non presenta
metameria riconoscibile. Anche le appendici cefaliche sono semplificate, ma organo di locomozione restano le antenne biramose che fuoriescono dal carapace. Di solito persiste il solo occhio naupliare
.
Un terzo circa delle tremila specie viventi dimorano nelle acque dolci, le altre
dimorano in mare, di solito sul fondo o presso il fondo. Le specie fossili
conosciute sono 27 000, alcune pare siano comparse nel Cambiano.
I Mistacocaridi presentano caratteri di grande primitività, hanno piccolissime dimensioni (0.5-1 mm) e vivono nelle sabbie costiere.
I Copepodi, derivati forse da forme vicine ai Mistacocaridi, comprendono crostacei microfagi di piccola taglia, ovali allungati, o piriformi, (fig.) con antennule grandi, uniramose. Capo e torace sono uniti e l'addome è poco sviluppato e poco mobile, le antennule hanno funzione locomotoria, mentre le appendici del torace provvedono a sospingere le particelle nutritizie verso la bocca.
Il capo porta le solite appendici e un solo occhio naupliare.
La regione toracica conta sei segmenti, uno o due dei quali sono annessi al capo, ogni segmento porta un paio di appendici; le appendici del primo segmento partecipano alla presa e all'elaborazione del cibo, sono cioè trasformate in massillipedi.
I copepodi occupano un posto molto importante negli ecosistemi acquatici, sia per la varietà degli ambienti colonizzati, sia per la loro abbondanza numerica. Costituiscono una quota importante del nutrimento dei pesci planctofagi. Molte specie di Ciclopoidi sono divenute parassite di molluschi, pesci, ecc. e si sono profondamente trasformati
(fig. ).
Comprende circa 150 specie parassite di pesci marini e di acqua dolce, diffuse in tutto il mondo. Hanno forma discoidale e le loro prime mascelle sono trasformate in organi adesivi, mentre antenne e antennule sono ridotte a uncini atti ad afferrare i tegumenti della vittima;
l'Argulus ne è un esempio(fig).
I Cirripedi sono crostacei marini filtratori, o parassiti, profondamente modificati a causa della vita sedentaria. Sono stati oggetto di strane leggende e hanno costituito per lungo tempo un rebus per gli zoologi poichè presentano qualche somiglianza con i molluschi bivalvi. Cuvier li classificava appunto tra i bivalvi, ma Lamarck nel 1815 suggeriva che fossero vicini ai crostacei; solo quindici anni dopo, quando J.V. Thompson
constatò che hanno larve e stadi giovanili del tipo di quelli degli Ostracodi, divenne certo che si trattava di crostacei. In seguito Ch. Darwin dedicò ai Cirripedi molti anni di ricerca e ben quattro volumi.
Il grado di trasformazione varia. Nell'ordine degli
Ascotoracici che sono parassiti, ma conservano la mobilità, il carapace ha due valve e i sessi di solito sono separati.
Gli
Acrotoracici (fig.) filtratori e sedentari hanno il corpo protetto da piastre calcaree e sono privi di addome: i sessi sono ancora separati, ma i maschi sono piccolissimi e privi di apparato digerente.
Toracici
L'ordine dei
Toracici comprende forme ermafrodite sessili assai comuni e ben note a chi ha osservato gli animali che crescono sugli scogli marini e sugli oggetti galleggianti: le lepadi e i balani detti anche 'denti di cane'.
Questi crostacei sono ermafroditi. Dall'uovo schiude un nauplio che dà origine a una larva cipridiforme; questa dopo un periodo di vita libera si fissa mediante le antennule in luogo adatto e si trasforma in adulto.
Rizocefali
L'ordine dei
Rizocefali comprende numerose specie che presentano una estrema semplificazione strutturale, conseguenza della loro vita di parassiti dei Malacostraci. Il corpo dell'adulto infatti comprende una parte che si ramifica all'interno del corpo dell'ospite al quale sottrae il materiale per la produzione dei gameti che sono contenuti in una sorta di sacco che pende dalla parte posteriore della vittima
(fig.).
I Rizocefali adulti somigliano più a funghi che ad animali, sono riconoscibili come crostacei poiché dall'uovo fecondato schiude una tipica larva cipridiforme che vive per qualche tempo libera nel plancton e si trasforma radicalmente quando riesce ad afferrarsi all'ospite.