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Osteoitti

La storia degli Osteitti è parallela a quella dei Condroitti, ma questi pesci hanno conseguito un successo di gran lunga maggiore, ed oggi sono divenuti i principali abitatori del mare e delle acque interne. Gli Osteitti, come indica il nome, hanno lo scheletro interno ossificato, almeno in parte; sono muniti di opercoli rigidi che coprono le fenditure branchiali i quali, muovendosi, aspirano l'acqua dalla bocca e la spingono attraverso le branchie (fig.) possiedono inoltre un diverticolo dell'intestino, che nella maggior parte dei casi controlla la galleggiabilità del pesce (vescica natatoria), mentre negli antichi Sarcopterigi e in pochi altri pesci che vivono in acque asfittiche funge da polmone per la respirazione aerea (fig.). Essi attuano la fecondazione esterna e quindi mancano di organi copulatori, salvo l’importante eccezione dei Sarcopterigi. .
Si deve aggiungere che negli Osteitti lo scheletro osseo tende a sostituire progressivamente quello cartilagineo, e che il processo di sostituzione è stato graduale e lentissimo.

I Sarcopterigi

La sottoclasse dei Sarcopterigi comprende un piccolo numero di pesci ossei oggi viventi – otto in tutto – e un assai più gran numero di specie estinte. Anche se poco rappresentata, la sottoclasse fornisce la chiave per intendere l’origine dei vertebrati terrestri, i cosiddetti Tetrapodi, i quali hanno svolto un ruolo della massima importanza nel popolare le terre emerse verso la fine del Paleozoico.

 Questa sottoclasse comprende pesci predatori muniti di appendici robuste e muscolose, salvo successiva regressione, e da ciò deriva il loro nome che nel gergo degli specialisti significa: ‘muniti di pinne carnose’ (fig.).

I primi Sarcopterigi fossili sono stati ritrovati nei giacimenti del Devoniano inferiore che risalgono a circa 400 milioni di anni fa; tuttavia, poiché quando compaiono sono completamente evoluti, si deve credere che la loro origine sia più antica. Questi pesci vivevano in maggioranza nelle acque interne, correnti o stagnanti, e negli estuari. Due caratteri anatomici sono in rapporto con la vita in acque stagnanti, spesso ricche di cibo ma povere in ossigeno: la presenza dei polmoni che compaiono come diverticoli del tratto anteriore dell’intestino, e la presenza di coane, condotti attraverso i quali l’aria può entrare nella bocca e di lì passare nei polmoni.

Le branchie persistono e sono coperte da robusti opercoli a forma di ventaglio (le cosiddette ‘orecchie’ dei pesci), altre piastre ossee proteggono e irrigidiscono il capo dei Sarcopterigi. Al cranio è saldato il cingolo pettorale sul quale si articolano le pinne anteriori, mentre il cingolo pelvico sostiene le pinne posteriori. Grazie a queste appendici, che si muovono in diagonale, questi pesci sono capaci di camminare sui suoli sommersi. E’ molto probabile che le pinne dessero appoggio e sostegno all’animale quando questi si venivano a trovare all’asciutto o quando varcavano le dune e gli istmi che separavano le lagune. I Sarcopterigi comprendono due gruppi: i Crossopterigi e i Dipnoi che differiscono per particolarità delle ossa craniche e, soprattutto, per le modalità della riproduzione.

I Crossopterigi

Il superordine dei Crossopterigi comprende due ordini. Il primo è formato da pesci dulciacquicoli buoni nuotatori di forma snella che predavano stando in agguato tra le alghe delle acque correnti, come oggi fanno i lucci; viene indicato col nome di Ripidisti.

Il secondo ordine comprende pesci dulciacquicoli e marini di forma tozza, muniti di due pinne dorsali e di una pinna caudale formata da due lobi di grandezza quasi eguale tra i quali sporge un terzo lobo più piccolo (fig.). Anche il cranio di questi pesci, come quello dei placodermi, è diviso in una parte anteriore e una posteriore che si articolano in modo che il pesce possa sollevare al massimo la mascella. Essi sono stati denominati Celacanti  (o Actinisti) e sono noti come fossili dal Devoniano medio sin quasi alla fine del Mesozoico, solo due specie marine attribuite al genere Latimeria hanno sopravvissuto fino ad oggi in due rifugi: presso l’arcipelago delle Comore, a ovest del Madagascar, e presso un’isola vulcanica a nord di Celebes (= Sulawesi)

Le sorprendenti scoperte di questi fossili viventi, avvenute nel 1938 e nel 1996, hanno permesso di riconoscere l’anatomia delle parti molli di questi animali, e il modo in cui essi si comportano e si riproducono.

Latimeria ha intestino breve munito di valvola spirale, polmone ridotto a una sacca allungata piena di materiale adiposo; la fecondazione è interna, le uova hanno lento accrescimento e raggiungono il diametro di 90 mm, diventando grandi come un’arancia. Queste uova si sviluppano negli ovidotti e dànno origine a pesci che, quando vengono partoriti, sono lunghi circa 300 mm, quanto una trota, e somigliano agli adulti. Latimeria, come i Selaci, controlla il flusso osmotico grazie alla produzione e scissione dell’urea; questa sostanza che ha basso peso specifico regola anche la galleggiabilità del pesce.

I dati sulla riproduzione di Latimeria confermano la presunta viviparità del Celacanto Undina  del Giurassico, e collimano con la segnalazione che un altro celacanto del Carbonifero, Rhabdoderma (fig), deponeva grosse uova del diametro di 35 mm. Questi dati permettono anche di stabilire un parallelismo tra la storia naturale dei Selaci e la storia dei Crossopterigi.

 

I Dipnoi

L’ordine dei Dipnoi nel Devoniano e nel Carbonifero contava molte specie che popolavano le acque interne e quelle marine. Avevano aspetto vario e pinne pari molto robuste, così come le due pinne dorsali. Oggi ne sopravvivono solo sei specie tutte delle acque dolci.

Neoceratodus forsteri, australiano, un pesce lungo fino a 2 metri, è quasi identico a Ceratodus delle lagune del Carbonifero, è protetto da squame robuste e i raggi delle sue pinne impari costituiscono due serie continue che si incontrano all’apice posteriore. Lepidosiren paradoxa vive nelle paludi dell’Amazzonia, ha squame leggere e poco visibili e pinne pari gracili e sottoli. Raggiunge anch’essa i 2 metri di lunghezza ed ha aspetto anguilliforme. I Protopterus delle paludi dell’Africa intertropicale somigliano a Lepidosiren , ma hanno taglia minore (fig.).

Tutti questi pesci sono attrezzati per superare lunghissimi periodi di siccità (fino a 4 anni per Protopterus) rintanandosi in una cavità scavata nel fango ancora molle e comunicante per un sottile canale con l’esterno; durante il letargo respirano mediante i polmoni e a tal fine, sono muniti di coane, cioè di due canali che mettono in comunicazione la cavità della bocca con l’esterno (fig).

I Dipnoi producono uova piccole di 2-3 mm di diametro, simili per modo di sviluppo a quelle degli Urodeli (salamandre, tritoni), da esse schiudono infatti larve munite di filamenti branchiali esterni eguali a quelle degli Anfibi. I Dipnoi sono tra i pochi pesci che hanno conservato una fase larvale, caratteristica tipica degli agnati Petromizonti.

Osteoitti

Sarcopterigi
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Crossopterigi†

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Dipnoi

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Attinopterigi

Olostei
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Paleonisciformi +

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Polipteriformi

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Lepisosteiformi

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Amiiformi

Condrostei

Acipenseriformi

Teleostei

Il piano organizzativo dei Sarcopterigi (A) differisce da quello degli altri pesci ossei (B e C), 1) per la presenza di coane, canali pari attraverso i quali la cavità buccale comunica con l’ esterno; 2) per il robusto scheletro delle pinne pari munite di muscolatura propria; 3) per i polmoni atti alla respirazione aerea. I Condrostei (B) differiscono dai Sarcopterigi (A) e dai Teleostei (C) per: 1) per la presenza di un rostro anteriore; 2) per il tipo di squame e l’ assenza dei denti. I Teleostei (C) differiscono dagli altri pesci: 1) per l’ intestino lungo e sottile privo di “valvola” spirale; 2) per la vescica natatoria, organo di galleggiamento privo di funzione respiratoria; 3) per l’anatomia della pinna caudale, 4) per la scomparsa dello spiracolo.

 Crossopterigi del Devoniano,

 

Rhabdoderma, Carbonifero superiore

 

 

Tre specie di Dipnoi oggi viventi: Neoceratodus, Protopterus, Lepidosiren; si noti le robuste pinne di Neoceratodus, utilizzate come zampe. Le pinne di Lepidosiren sono invece sottili filamenti inadatti alla locomozione

 

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