Si usa chiamare Miriapodi quegli Artropodi terrestri nei quali si riconoscono un capo e un tronco formato da segmenti tra loro poco diversi e muniti di zampe, mentre si chiamano
Insetti gli Artropodi col corpo diviso in tre regioni: capo, torace e addome, solo i tre segmenti toracici sono muniti di zampe.
I Miriapodi costituiscono una superclasse che comprende quattro classi (di cui ne verranno considerate solo due), mentre gli Insetti costituiscono una superclasse suddivisa a sua volta in quattro classi.
Tutti questi artropodi sono accomunati dalla struttura del capo che deriva dalla fusione di 5 segmenti di cui il primo porta le antenne, il secondo è privo di appendici ma porta gli occhi, il terzo porta le mandibole foggiate come robusti pezzi
triangolari, quarto e quinto portano un paio di mascelle ciascuno, salvo regressione secondaria.
Altro carattere comune a Miriapodi e Insetti è il possesso di un apparato respiratorio costituito da
trachee che si aprono all'esterno mediante stigmi (spiracoli). Le differenze tra i due gruppi concernono invece l'assenza nei
Miriapodi di uno strato ceroso che impermeabilizza la cuticola (questi tendono perciò a vivere in ambienti riparati e umidi), nonché la presenza di occhi composti negli insetti (sono i soli artropodi terrestri che conservano questo tipo di occhi); differisce inoltre ovviamente, la locomozione.
Gli antenati dei Miriapodi.
Sono stati rinvenuti fossili di miriapodi che risalgono al
Carbonifero medio i quali sono di tipo tanto moderno che potrebbero esser attribuiti a famiglie attuali.
I fossili che meglio possono essere considerati come antenati degli animali che qui trattiamo, sono invece alcune forme di
Merostomoidi del Cambriano medio nelle quali gli arti del tronco, pur rimanendo formati da due rami, si spostano al disotto del corpo, al quale danno sostegno, mentre le appendici situate sotto il capo non hanno più rapporto col substrato e partecipano, forse, alla presa e masticazione del cibo: si tratta di Emeraldoides problematicus e di un paio di specie di Habelia (fig.), tutti ritrovati in Canada nei famosi giacimenti di Burgess Shale. Da notare che in questi animali il corpo tende a divenire compresso lateralmente, cosa che denunzia una maggiore mobilità sui fondali marini.
Chilopodi
I Chilopodi, il cui nome volgare è centogambe, sono animali piuttosto grandi e dotati di movimenti vivaci che si ha occasione di vedere tra i sassi nel terriccio, tra le foglie secche. Ne sono state descritte 3500 specie ma molte ne restano da descrivere; sono tutte predatrici di invertebrati, anche di grosse dimensioni, che dimorano tra i sassi o nel suolo. Catturano la preda grazie a un paio di robuste appendici velenigere, chiamate
forcipule (fig), corrispondenti al primo paio di zampe del tronco (fig. ). Solo le più grosse scolopendre possono essere nocive all'uomo.
Le gonadi dei chilopodi sboccano posteriormente, come negli Insetti, la inseminazione avviene per mezzo di
spermatofore.
Questi animali, essendo mal protetti contro la disidratazione stanno nascosti sotto le pietre, negli anfratti del suolo, nella lettiera formata dalle foglie morte.
Nell'ordine degli Scolopendromorfi sono compresi animali piuttosto grandi che portano numerosi ocelli raggruppati ai lati del capo (ma molte specie sono cieche), contano 25 (o 27) segmenti del tronco, vivono tra i sassi, anche in luoghi
aridi. In Italia abitano poche specie, ma la Scolopendra morsitans, dalla livrea ammonitrice gialla e blù, è frequente.
Nell'ordine dei Litobiomorfi sono compresi animali alquanto più piccoli, muniti di numerosi ocelli e di solo 19 segmenti del tronco. Lungo il dorso a tergi piuttosto lunghi si alternano tergi brevi. Numerose le specie che dimorano tra i sassi, nella lettiera dei boschi, nel terriccio.
I litobi, come le scolopendre, si muovono mediante ondulazioni laterali del corpo puntando lateralmente le zampe alquanto brevi e tozze.
L'ordine dei Geofilomorfi comprende specie dal corpo sottile, lungo, molto flessibile, fornito di zampe molto brevi. I segmenti del tronco sono numerosi, variando a seconda della specie da 31 a 181; i loro tergi hanno lunghezza uniforme.
Sono ciechi e conducono, come suggerisce il nome, vita sotterranea; si nutrono a spese di piccolissime prede, e a loro volta si difendono da eventuali predatori mediante la secrezione di sostanze irritanti dall'odore intenso e spiacevole. Non è raro incontrare i più grossi geofili, lunghi oltre 10 cm, zappando l'orto o il giardino.
Gli Scutigeromorfi sono i centogambe che più spesso accade di vedere, poichè, essendo un po' più protetti contro la disidratazione hanno abitudini diurne. Hanno gambe lunghe e fragilissime, e i tergi della maggior parte dei 19 segmenti
sono fusi due a due: ciò limita la flessibilità laterale di questi animali che si muovono grazie alla spinta data dalle zampe; essi possono camminare su superfici liscie: Scutigera coleoptrata (fig.), la sola specie italiana, entra abbastanza spesso nelle case ove dà la caccia alle zanzare e altri insetti posati sulle pareti.
I Diplopodi includono animali di forma piuttosto varia e singolare di cui gli julidi, o millepiedi (fig.), sono i più noti, si nutrono di detriti vegetali.
Le appendici del capo sono semplificate rispetto a quelle dei Chilopodi: le mascelle del I paio sono fuse alla base e quelle del secondo paio mancano; al capo segue un segmento privo di appendici denominato 'collo'. Caratteristica dei diplopodi
è però la presenza nel tronco, dopo i primi tre segmenti semplici, di numerosi
diplosegmenti che risultano dall'incompleta separazione nel corso della morfogenesi delle coppie di segmenti che formano il tronco. Nei diplosegmenti le strutture situate ventralmente sono tutte raddoppiate, mentre i tergi situati dorsalmente rimangono formati da un solo pezzo. Questa particolarità anatomica limita la possibilità di ondulazioni laterali durante la locomozione, e l'animale procede puntando le numerose zampine che si muovono per onde metacroniche non dissimili da quelle che si osservano alla superficie dei protozoi ciliati. Diversamente da una scolopendra, un millepiedi procede diritto, purchè non abbia bisogno di sterzare.
La struttura dei diplosegmenti sembrerebbe opporsi all'appallottolamento o all'avvolgimento a spirale piana dell'animale, ma così non è : se si stuzzica leggermente un millepiedi esso si arrotola prontamente su se stesso, se si stuzzica un
glomeride esso si appallottola come fanno i porcellini di terra.
I Diplopodi hanno la cuticola incrostata di sali di calcio, che però non offre gran protezione a questi animali che si difendono mediante il secreto di
ghiandole repugnatorie, di cui ve n'è un paio per diplosegmento; questo secreto
molto irritante provoca il vomito negli uccelli inesperti che li beccano, e la morte nei piccoli rettili che li ingeriscono. Le gonadi dei Diplopodi sboccano nei segmenti anteriori del tronco.
In tutti i climi i Diplopodi hanno una parte molto importante nella degradazione del legno degli alberi morti o morenti, di rami e di foglie in disfacimento; nessuna specie si nutre di tessuti vegetali vivi.
I Diplopodi hanno sviluppo indiretto: dall'uovo schiudono larve il cui tronco conta solo tre segmenti semplici.
Il numero totale delle specie di Diplopodi è di circa 10000.