Aracnidi
Gli Aracnidi formano una classe piuttosto eterogenea. Comprendono 10 ordini attuali (Tab.) e 4 estinti. Compaiono nel
Siluriano, hanno lasciato l'ambiente acquatico per colonizzare la terraferma in tempi
diversi risolvendo in modo opportunistico e divergente i problemi che pone tale ambiente. Ciò lo si desume dal modo in cui utilizzano l'ossigeno gassoso (trachee,
polmoni a libro, sacchi polmonari) dal modo in cui trasferiscono i gameti maschili per inseminare le uova (spermatofore, fecondazione interna mediante meccanismi diversi),
nonché dalla maniera in cui proteggono gli stadi giovanili (viviparità, cure parentali). Per quanto riguarda la locomozione essi si servono
tutti delle ultime quattro paia di appendici del capotorace, poiché il primo paio dopo i
cheliceri è trasformato in palpi che hanno funzioni sensorie, oppure terminano in chele.
Gli Aracnidi sono privi di occhi composti, sono predatori e muniti di veleno - ma molti Acari e Opilioni si nutrono di materiale vegetale o di detriti. Ne esamineremo qui gli ordini più importanti.
Scorpioni
Sono simili agli
Euripteridi e la loro attribuzione a due diverse classi è arbitraria. Il loro capo è compresso lateralmente
anziché ventralmente, ma il resto del corpo differisce poco: i
cheliceri sono
più grossi e rivolti in avanti, mentre il paio seguente termina con una robusta chela; entrambi sono impiegati per la cattura e la lacerazione della preda
(fig). Il primo segmento dell'addome porta un paio di appendici, i 'pettini', aventi funzione sensoriale (fig. ).
I sacchi branchiali degli Euripteridi divengono negli Scorpioni sacchi polmonari: il loro numero si riduce da 5 a 4 paia. Si accentua inoltre la divisione dell'addome in un
pre e in un post-addome, tale modifica consente di
brandeggiare in modo più efficace l'aculeo velenigero situato all'estremo caudale (forse già presente in alcuni
Euripteridi).
Alla bocca fa seguito un tratto di faringe che aspira i fluidi dal corpo della loro preda. Le
ghiandole digestive sono più piccole e più frazionate (5 paia) di quelle dei
Merostomi.
L'inseminazione avviene mediante spermatofore, sacchetti pieni di spermi, che vengono depositate sul terreno, dopodiché il maschio mediante un corteggiamento ritualizzato, induce la femmina a
raccoglierle nelle proprie vie genitali. La protezione delle uova è risolta col medesimo sistema evoluto presso gli Onicofori terrestri: la femmina è vivipara e prende sul dorso i neonati appena partoriti e ve li tiene finchè non diventano autonomi.
I ragni sono riconoscibili a causa del sottile istmo che congiunge il capotorace all'addome e a causa delle lunghe zampe. Entrambe le caratteristiche hanno valore funzionale preciso ed
importante: il sottile istmo permette all'addome movimenti ampi e complicati allorché l'animale costruisce con la seta che fuoriesce dall'estremità posteriore, le famose tele e i bozzoli che proteggono le uova e i giovani individui. Le lunghe zampe consentono di ancorarsi su una superficie piuttosto ampia e sono articolate sì da tenere il baricentro basso e ben all'interno del perimetro d'appoggio: l'animale ottiene così grande stabilità - anche in condizioni molto
precarie (fig.).
I cheliceri dei ragni sono conformati ad artiglio e contengono una ghiandola che secerne un veleno ad azione neurotossica. In molti casi questo veleno è dotato di terribile virulenza, per fortuna esso viene inoculato in
quantità infinitesime, ciononostante quello di Latrodectus (il genere comprende la 'vedova nera') può causare all'uomo seri disturbi: il cosidetto tarantolismo.
I ragni si alimentano aspirando i fluidi della vittima mediante uno 'stomaco succhiatore'. L'inseminazione avviene in modo curioso: il maschio (spesso più piccolo della femmina) depone una gocciolina di sperma su di una
piccola tela, la raccoglie in un'apposita struttura dei
pedipalpi e si mette in cerca della femmina. Quindi ne riduce l'aggressività con opportuno corteggiamento e introduce i pedipalpi nel suo orifizio genitale. La femmina depone le uova fecondate e le avvolge in un bozzolo di seta molto resistente che, a seconda della specie, nasconde in luogo riparato o porta con sé fino a quando ne usciranno i piccoli.
I giovanissimi ragni appartenenti a molte specie diverse si disperdono anche a grandi distanze con un espediente piuttosto semplice: salgono in cima a una pianta o a un palo e secernono un lungo filo di seta, il vento trascinerà
il filo col ragnetto attaccato.
I ragni manifestano una sorprendente 'fantasia' nel modo di catturare la preda. Molti tessono tele, di struttura geometrica perfetta o irregolare, a seconda delle specie, ove gli insetti alati si vanno ad impigliare. Altri
cacciano invece ponendosi in agguato sui fiori ove attendono gli insetti che vi si posano per raccogliere il nettare o per fare bottino di polline. I ragni che praticano questo tipo di caccia presentano un
mimetismo che li rende quasi invisibili sui fiori che ciascuna specie frequenta. I ragni Salticidi, come suggerisce il nome, cacciano a vista saltando addosso alla preda. Altri ancora preparano trappole ben nascoste sul terreno, mentre gli Argyroneta preparano un nido subacqueo costituito da una campana di seta che racchiude una bolla d'aria e lì attendono gli insetti acquatici. Altri ragni vivono nei nidi delle formiche e il loro corpo presenta una marcata somiglianza con quello delle formiche stesse. E il resoconto potrebbe continuare.
Costituiscono un ordine piuttosto numeroso (4500 specie) che comprende forme che rassomigliano ai ragni a causa delle lunghe zampe, ma sono prontamente distinguibili da questi
poiché capotorace e
addome non sono uniti per un sottile istmo ma per una ampia base (fig.): gli opilioni infatti, pur producendo seta, non costruiscono le complicate strutture che costruiscono i ragni.
Tra gli Opilioni vi sono specie non predatrici che si nutrono di detriti organici o di spoglie di animali.
Gli Acari sono aracnidi di piccole dimensioni, di solito non più di 1 mm, ma le zecche possono superare 1 cm. Hanno spesso colori vivaci e aspetto molto vario: la loro organizzazione è tanto diversa da quella
degli altri ordini di Aracnidi che alcuni autori propongono di riunirli in una classe a
sé, tuttavia le somiglianze che alcuni di essi presentano con altri ordini consiglia di non modificare lo schema tradizionale.
Acari
Negli Acari la segmentazione esterna tende a sparire, mentre può comparire una strozzatura tra il secondo e il terzo paio di zampe e anche tra pedipalpi e primo paio di zampe, sicché il loro corpo degli Acari risulta diviso
in modo diverso da quello di tutti gli artropodi (fig.).
I cheliceri sono sormontati, caso eccezionale per gli Aracnomorfi, da un labbro superiore o epistoma. Cheliceri, epistoma e palpi, insieme al cono che porta la bocca, formano apparati buccali dotati di forma e di funzioni
diversissime: a seconda delle specie sono adatti a succhiare, a tagliare, a mordere, a perforare.
L'organizzazione interna è molto semplificata. Quando non vi è partenogenesi i due sessi si accoppiano e la fecondazione è interna. Dalle uova schiude una larva munita di sole sei zampe.
Nell'acaro della scabbia (Sarcoptes scabiei) gli Arabi hanno saputo riconoscere, cinquecento anni fa, per la prima volta, l'agente di una malattia, sicché ai molti acari parassiti si è rivolta a lungo l'attenzione di
medici e naturalisti,anche perché alcuni di questi acari - zecche ematofaghe soprattutto - sono risultati essere trasmettitori di gravi malattie all'uomo e agli animali: rickettsiosi
tularemia, encefalite, ecc.
Solo in seguito è divenuto chiaro che il popolo invisibile degli acari sfrutta con le sue 40.000 specie ogni sorta d'ambiente: nel mare vivono gli
Alacaridi, nelle acque dolci gli Idracari e un pugno di terriccio può
contenere centinaia di Acari Oribatei.
Molte specie attaccano le derrate (in fig.
un acaro della farina): il formaggio stagionato di rado è indenne da Tyroglyphus siro, anche i salumi assai di rado ne sono indenni, mentre altri acari si nascondono nella farina e nei dolciumi secchi. Altre specie sono nocive alle piante: l'abuso di insetticidi in agricoltura ha causato la scomparsa di molti loro nemici, e di conseguenza le malattie delle piante causate da acari sono divenute più frequenti e gravi.
Questa rassegna si chiude con una classe che comprende molte specie marine di aspetto paradossale: quasi privi di addome, con capotorace breve e stretto, hanno zampe sviluppatissime, in numero di 5-6 paia in luogo di quattro, da questo sviluppo deriva il nome di Pantopodi che talvolta si usa per questa classe
(fig).
I maschi portano di solito un paio di appendici supplementari situate dietro i palpi: gli ovigeri
(fig.). Queste appendici sono deputate al trasporto delle uova di cui il maschio si prende cura fino alla schiusa dei giovani.
I Picnogonidi sono noti fin dal Devoniano; le specie oggi viventi sono un migliaio, distribuite in tutti i mari, Caspio compreso, ma prediligono i mari circumpolari. Alcune specie si spingono fin nella regione abissale.