Il fenomeno della dominanza ha una
interessante conseguenza: posto che a+
sia dominante su a-,
gli individui a- a+e
a+a+ risulteranno
identici nell'aspetto e nel comportamento, ma diversi come
riproduttori. In tal caso si introduce la distinzione tra
fenotipo e genotipo, cioè tra apparenza esterna e
consistenza genetica. Questa distinzione ha grande importanza
pratica in tutti i casi in cui l'allele
di un gene provoca serie menomazioni se portato in doppia dose e
nessun danno se portato in singola dose.
Un esempio di individui con
fenotipo eguale e genotipo diverso ci è fornito da taluni gatti
affetti da sordità causata da un allele recessivo portato in
omozigosi (u - u - ).
Incrociando tali gatti con gatti a udito normale (u u ) si
ottiene una cucciolata di gattini eterozigoti (u - u +) che
presentano lo stesso fenotipo del genitore a udito normale (e quindi
odono bene) ma genotipi diversi. Infatti incrociati tra loro essi
produrranno 2/4 di eterozigoti a udito normale, 1/4 di eterozigoti
affetti da sordità congenita, 1/4 di omozigoti a udito normale (fig)
Può verificarsi anche che un allele
controlli non un carattere ma il modo di reagire a certe
sollecitazioni ambientali, vale a dire la norma di reazione.
A parità di genotipo gli individui esposti a condizioni medie
svilupperanno un certo fenotipo, e altri esposti a condizioni
estreme svilupperanno fenotipi diversi
Per
la specie umanas ono noti
moltissimi geni che si presentano con alleli diversi. Alcuni
specificano sostanze riconoscibili solo attraverso analisi
sierologiche e hanno prevalente interesse antropologico. Altri geni
invece specificano sostanze con attività catalitiche importanti, le
cui mutazioni causano anomalie o malattie anche gravi ed hanno
quindi interesse per la patologia.
Prenderemo qui in esame quei geni
che specificano alcuni sistemi di 'gruppi' sanguigni. Questi gruppi
derivano le loro attività da porzioni di macromolecole che sporgono
dalla superficie della membrana plasmatica dei globuli rossi e
possono scatenare reazioni immunitarie se vengono a contatto col
sistema immunopoietico di un individuo di gruppo diverso. I gruppi
sanguigni sono gli antigeni di membrana dei globuli rossi.
Il più noto sistema di gruppi
sanguigni, indicato con AB0, è specificato da un gene I che
si presenta con tre alleli; l'allele I0
specifica la sostanza del gruppo
sanguigno 0; l'allele IA la
sostanza del gruppo A; l'allele IB la
sostanza del gruppo B. Sia IA sia
IB sono
dominanti rispetto a I0,
sicché solo l'omozigote I0I0 specifica
la sostanza 0 e il fenotipo 0; mentre IAIA e
IAI0 specificano
il fenotipo A e IBIB e
IBI0
specificano il fenotipo
B; infine l'eterozigote IAIB produce
entrambe le sostanze A e B, e specifica quindi il fenotipo AB.
Stando così le cose, due coniugi
rispettivamente di gruppo B e di gruppo AB possono avere prole di
gruppo B e AB se il primo è omozigote (IBIB)
ovvero prole di gruppo A, AB e B se il primo è eterozigote (IBI0)
(si osservi la tabella a lato)
Un altro sistema di gruppi sanguigni
umani viene indicato con la sigla Rh. Esso consta di tre geni D C
E strettamente associati e disposti, nell'ordine indicato, sul
cromosoma 1, che è il più grande del cariotipo umano.
Ciascuno dei tre geni è presente
nelle popolazioni umane con più alleli (D,d,d ; C,c,c
; E,e,e); di questi alleli quello che più conta è
D il quale specifica una proteina con forte potere antigenico
nonché il fenotipo Rh (Rh positivo), mentre l'allele d, come
tutti gli altri elencati, ha potere antigenico molto basso e produce
il fenotipo Rh (Rh negativo).
Il cosiddetto fattore Rh+ specificato
da D è responsabile della incompatibilità materno-fetale
che può insorgere allorchè una donna dd (=Rh-),
sensibilizzata nel corso di una precedente gravidanza da un feto
Dd (=Rh+)
rimane nuovamente incinta di un feto Dd (=Rh+);
in tal caso la madre può danneggiare il nascituro con gli
anticorpi elaborati in precedenza (fig.).
La genetica dei gruppi sanguigni è
stata indagata a fondo da quando le trasfusioni di sangue sono
diventate pratica comune in medicina: lo stabilire la compatibilità
dei gruppi sanguigni del donatore e del ricevitore evita incidenti
pericolosi, come ha indicato fin dal 1901 il medico viennese Karl Landsteiner.
Grande attenzione è stata rivolta
anche al sistema degli antigeni di membrana dei tessuti, e in
particolare al sistema maggiore di incompatibilità (sigla MHS), allo
scopo di prevenire fenomeni di rigetto a seguito di trapianto di
organi. Il sistema comprende 4 geni (A, B, C,
D) che complessivamente contano oltre 100 alleli. L'enorme
numero dei fenotipi possibili fa sì che una limitata compatibilità
si può riscontrare solo tra stretti congiunti.
Il problema del rigetto dell'organo
oggi viene risolto ricorrendo a farmaci che riducono le reazioni
immunitarie.
Le mutazioni genetiche che
coinvolgono la funzionalità delle molecole enzimatiche sono state
studiate con grande attenzione sin dall'inizio del Novecento poichè
esse si ripercuotono in modo più o meno grave sulla salute di chi le
porta.
Almeno due casi del genere
riguardano il catabolismo dell'amminoacido tirosina, normale
componente della dieta, il quale viene utilizzato sia per la sintesi
del pigmento melanico (cioè nero) della pelle e dei suoi derivati
nonché dello strato sottostante la retina, sia come combustibile per
la respirazione cellulare.
L'albinismo è dovuto a
cattivo funzionamento dell'enzima per la sintesi del pigmento
melanico, dipendente da un allele recessivo c-. Esso è
conosciuto per un anfibio messicano, l'axolotl, per il pavone, per
la tortora, per il topolino domestico, per il criceto, per il ratto,
per il gatto e altri vertebrati uomo compreso. L'albino è sempre un
omozigote recessivo c- c-.
La prole di due individui albini sarà sempre e solo albina, come
avviene per i topolini e i ratti di laboratorio, la prole di un
individuo albino e di uno con pigmentazione normale (genotipo C C) mostrerà sempre fenotipo pigmentato e genotipo eterozigote (C
c-)
Se per cause genetiche viene a
mancare uno degli enzimi che interviene nella fase terminale del
processo di sintesi della tirosina, insorge un'anomalia piuttosto
rara che consiste nell'escrezione con l'urina di una sostanza l' 'alcaptone'
che all'aria diventa nera. L'alcaptonuria si manifesta solo
negli omozigoti recessivi; provoca solo fastidio, ma in età avanzata
può produrre l'artrite a causa dell'accumulo dell'alcaptone nelle
cartilagini e nelle ossa che assumono un color nero.
Altre deficienze enzimatiche a base
genetica causano guai più seri.
La fenilchetonuria, ad
esempio, deriva dall'inattività dell'enzima che inizia la
demolizione dell'amminoacido fenilalanina. Allorché questo
amminoacido viene assunto con gli alimenti in quantità superiore a
quella occorrente per la sintesi proteica, esso si accumula nel
sangue e viene quindi convertito in sostanze diverse, tra le quali
il fenilchetone (= acido fenilpiruvico). I prodotti dell'anomalo
metabolismo della fenilalanina intossicano seriamente il sistema
nervoso centrale e ne danneggiano lo sviluppo.
I danni dovuti a tale deficienza
enzimatica cominciano a farsi sentire dopo la nascita: se essa viene
diagnosticata subito e se al neonato viene imposta una dieta povera
in fenilalanina - dieta che dovrà essere rispettata per tutto il
resto della vita - i danni al sistema nervoso saranno limitati o
evitati, in caso contrario il portatore dell'allele difettoso in
omozigosi risulterà affetto da grave idiozia.
Lo studio della
trasmissione di malattie e anomalie ereditarie che affliggono l'uomo
poco aggiunge alla comprensione della genetica formale. Tuttavia le
conoscenze in proposito sono utili per due motivi. Perché permettono
al medico di proteggere chi le porta dalle conseguenze più gravi e
perché in base ad esse i 'portatori sani' - cioè gli eterozigoti,
potenziali trasmettitori del danno genetico - possono decidere
consapevolmente sulla procreazione.
Le mutazioni che si ripercuotono
sulla struttura delle proteine connettivali risultano invece
dominanti poiché la presenza di una metà di materiali anomali basta
a modificare la morfologia e il funzionamento dei legamenti e dello
scheletro.
Due casi verranno qui presentati. La
condrodistrofia che altera la funzionalità di quelle
cartilagini che vengono poi sostituite da
tessuto osseo e causano
una forma di nanismo che compare presso molti mammiferi: i gatti
persiani, i cani bassotti, i cani pechinesi, i bulldog, i bovini niata e l'uomo. I portatori di un allele per la condrodistrofia
presentano un anomalo accrescimento delle cartilagini epifisarie e/o
delle cartilagini della base cranica e di conseguenza una irregolare osteogenesi. I danni sono circoscritti allo scheletro, per il resto
i nani condrodistrofici sono d'intelligenza vivace e spesso longevi.
L'aracnodattilia si manifesta con un insieme di difetti che
si ripercuotono sullo sviluppo delle ossa lunghe che sono
esageratamente sviluppate, sui legamenti che sono molto lassi, sulla
vista che viene danneggiata dal fatto che la lente cristallina mal
sostenuta si sposta in basso. Il più famoso personaggio affetto da
aracnodattilia è stato Abramo Lincoln; non è raro che i giocatori di
pallacanestro vengano scelti tra i portatori di questo allele ai
quali peraltro gli sports pesanti non si addicono.
Un esempio di individui che a
parità di genotipo presentano fenotipo variabile ci è fornito
dai gatti siamesi che sono omozigoti per un allele tyr∆
Questo allele specifica una variante della tirosinasi che
ossida la tirosina a melanina. Questa tirosinasi è attiva solo a
temperatura inferiore a 33°C circa, mentre è inattivo a temperature
superiori. Per simile funzionamento della fabbrica del pigmento, in
questi animali le orecchie e il muso, che di regola sono più freddi,
sono anche scuri, e altrettanto vale per la coda, e le zampe. Anche
la groppa è più scura del ventre.
Questa variante della tirosinasi fa
sì che i giovani gattini tenuti al caldo e ben protetti siano quasi
albini, i vecchi maschi che affrontano le fredde notti invernali
hanno molto pelo scuro o, se si preferisce, presentano fenotipo
bruno scuro.
Gli esseri umani che hanno ereditato
il fenotipo dominante fragilità ossea, se hanno la fortuna di
trascorrere l'infanzia e l'adolescenza in ambiente tranquillo e non
traumatizzante, se la caveranno bene (nell'adulto il difetto tende a
correggersi), altrimenti diventeranno clienti assidui degli
ortopedici.