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Prateria

La prateria si stende in quei luoghi in cui l'andamento delle precipitazioni, il forte vento, l'alto livello della falda idrica, il fuoco o particolari caratteristiche del suolo precludono lo sviluppo della vegetazione arborea.

Per quanto riguarda le precipitazioni si può dire che il maggior sviluppo di questa formazione è favorito da precipitazioni annue modeste contenute tra 250 e 800 mm. La quantità delle piante, e quindi la produttività, varia in funzione del regime delle piogge, è massima per la prateria umida, piuttosto elevata per la steppa (Tab. 17-I) minima per il subdeserto. 

Le praterie umide si intercalano ai boschi temperati nella parte centrale del Nordamerica, in Eurasia, in Argentina, ma in Columbia e Venezuela i llanos sono situati a sud del Tropico del Cancro. Vi vegetano graminacee, leguminose e composite; hanno ruolo subalterno altre piante erbacee che cambiano da luogo a luogo. Grazie alla forte produttività la fauna di queste formazioni è abbondante e di grossa taglia.

Fino a 5-6000 anni fa la prateria umida e fredda dell'Eurasia ospitava mandrie di mammuth e rinoceronti vellosi, cavalli, bisonti e antilopi. I grossi pachidermi sono poi tutti scomparsi, e gli altri grossi erbivori sono divenuti oggi molto rari, legioni di roditori hanno preso il loro posto.

La prateria del Nordamerica aveva caratteristiche simili; fino a circa 6000 anni fa era popolata da innumerevoli bisonti, mammuth e mastodonti; le tigri dai denti a sciabola predavano i giovani proboscidati, ma non sono responsabili della scomparsa di quelle specie, sembra proprio che l'uomo sia stato assai più distruttivo delle tigri. Numerosi e abbondanti i lagomorfi, (conigli, lepri), i roditori e i loro predatori.

La prateria dell'Argentina ospitava una fauna molto diversa, ma non meno straordinaria: sdentati grandi come elefanti, quali il Megaterio, corazzati e lenti come il Glyptodon, snelli e veloci come la Macrauchenia, e poi cervi e nandù, simili a piccoli struzzi. La tigre marsupiale fornita anch'essa di denti a sciabola predava gli animali più grossi e il giaguaro quelli più piccoli e veloci. Quella fauna si è estinta quasi tutta negli ultimi millenni, alcune delle specie più straordinarie sono scomparse poco prima della colonizzazione europea. 

Le grandi praterie umide oggi sono costellate di molte popolose città e trasformate sia in coltivazioni di frumento e mais, soia e riso, sia in pascoli per bovini e cavalli e in allevamenti di suini. 

Da questo ambiente l'uomo ha addomesticato il cavallo.

Origine della prateria

Steppa

Verso sud le praterie umide trapassano gradatamente nelle praterie aride, o steppe. La più vasta e storicamente più importante è quella che dall'Anatolia centrale si stende in Mesopotamia, in Siria, Palestina fino alla valle dell'Indo. Altre ampie distese steppiche si trovano in Australia, Patagonia, in Nordamerica tra Messico e Stati Uniti. In Africa una fascia steppica si stende a Sud dell'Atlante. 

La produttività della steppa è piuttosto alta e a ciò fa riscontro il denso popolamento di grandi mammiferi e uccelli. Nella steppa eurasiatica vivevano cammelli, asini, gazzelle e, verso sud, struzzi. Nella steppa africana vivevano rinoceronti, antilopi, zebre, struzzi e anche elefanti che formavano grossi branchi in perenne migrazione.

La prateria arida è molto vulnerabile: una modesta fluttuazione climatica, o una cattiva gestione da parte dell'uomo, ne causa la rapida degradazione a subdeserto e a deserto. Di ciò si hanno molte testimonianze storiche: lo sterile deserto della Sirtica, situato tra Tripolitania e Cirenaica, duemila anni fa era molto fertile tanto che i Romani ne parlavano come del granaio d'Italia.

Il deserto della Mauritania (fig.) che si estende a Sud del Marocco era in quel tempo, e anche per molti secoli prima, una rigogliosa prateria che ospitava moltissimi grandi mammiferi i cui scheletri si sono accumulati in enormi ossari (o brecce ossifere) che gli uomini oggi si contendono per alimentare le industrie dei fosfati. Si può anche aggiungere che da quei luoghi i Cartaginesi traevano gli elefanti che usavano per le loro guerre.

Settemila anni fa, nella steppa che si stende tra Anatolia, Mesopotamia e il basso corso dell'Indo, nonchè lungo le sponde del Nilo, sono sorti i più antichi insediamenti urbani dell'Occidente e si è sviluppata l'agricoltura: frumento, orzo e varie leguminose, quali le fave e le lenticchie sono stati 'addomesticati' in questi luoghi. L'asino e il cammello provengono da questo ambiente.

Altrettanto era avvenuto circa un millennio prima in Cina ove sono stati addomesticati il miglio e talune leguminose, e infine duemila anni fa nel Messico è iniziata la coltura e la selezione del mais e nel Perù la coltura della patata (Tab.). Non è esagerato dire che la steppa è stata la culla dell'umanità, la quale fin dall'antichità l'ha difesa e fecondata con opere di idraulica che, anche a gran distanza di tempo, sorprendono per la loro mole e la loro perfezione.

Oggi la steppa è coltivata a frumento e a cotone, o viene utilizza per il pascolo, in parte è degradata a subdeserto.

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