Il subdeserto, a seconda degli autori, viene classificato insieme alla steppa arida, oppure insieme al deserto. Tuttavia questa formazione ha una sua propria fisionomia, poiché ospita piante adattate
all'aridità: cespugli che si coprono di foglie e fiori solo in occasione delle rare piogge, piante succulente protette da spessa cuticola coperta di cera quali i cerei a candelabro e le opunzie (siamo nel Nordamerica), quali i mesembriantemi e l'aloe (siamo in Sudafrica). La produttività è tale da dare sostentamento ad alcuni mammiferi e uccelli per i quali il maggior problema non è quello di nutrirsi ma di procurarsi l'acqua: dromedari (oriundi dell'Arabia), sciacalli,
roditori, nibbi e avvoltoi nel Nordafrica. Nel subdeserto e nelle steppe di ogni parte del mondo sono numerose le cavallette che di tempo in tempo si moltiplicano a dismisura divenendo un flagello per le coltivazioni adiacenti.
Deserto
Le zone desertiche sono dislocate nelle fasce tropicali del globo, ove prevale una situazione di alta pressione atmosferica: l'aria nel discendere si riscalda e quindi non cede, ma dissolve l'umidità, se ce n'è. Ciò è tipico del vastissimo
deserto, il Sahara, che si stende dall'Arabia all'Atlantico. Altre zone desertiche fuori dai tropici compaiono ove alte montagne intercettano l'umidità di cui si sono caricate le correnti aeree prevalenti: è il caso del deserto del Gobi a Nord dell'Himalaia e del deserto di Atacama a Ovest delle Ande cilene e peruviane; in questi deserti la temperatura media è più bassa, ma l'aridità non è minore.
Nei deserti le precipitazioni non superano i 250 mm annui, e spesso non piove per più anni consecutivi, tuttavia è disponibile una certa quantità di rugiada notturna e, soprattutto nel Sahara, esiste una cospicua falda sotterranea di 'acqua
fossile'. Questa sorta di mare sotterraneo ospita pesci ciechi e in certi luoghi è prossima alla superficie e talvolta affiora, permettendo la formazione di oasi. Molte oasi del Sahara hanno un'estensione che si misura in decine e persino in centinaia di km ; ospitano la palma da dattero e altre piante utili all'uomo che ve le ha introdotte: si tratta di centri economicamente importanti, talvolta creati interamente dal lavoro umano, oggi purtroppo a rischio per
l'introduzione di malattie nocive ai vegetali (fusariosi della palma).
L'ecologia degli organismi deserticoli offre spunti di vivo interesse biologico. Alcune piante per sopravvivere non solo perdono le foglie, si coprono di spine e tesaurizzano l'acqua, ma modificano persino il metabolismo fotosintetico.
Altre piante germinano sol quando la pioggia dissolve l'involucro del seme che
inibisce appunto la germinazione e nel giro di pochi giorni compiono l'intero
ciclo vitale: l'improvvisa fugace fioritura del deserto è uno spettacolo
stupefacente.
Gli animali, salvo pochi aracnidi e insetti, divengono tutti notturni per evitare la calura più intensa e quasi tutti sopravvivono compensando le perdite di acqua con l''acqua metabolica', con l'acqua cioè prodotta dal metabolismo dei lipidi e
degli zuccheri.
Anche là dove la produttività primaria è nulla alcuni insetti 'fitofagi' sopravvivono grazie a una singolare circostanza. Il vento trascina su distanze molto grandi minuti e leggeri frammenti vegetali che deposita là dove perde di forza,
turbinando, ad esempio, intorno alle pietre che emergono dalla sabbia. Sepolti nella sabbia sotto quelle pietre vivono piccole colonie di insetti blattodei che si cibano di quei frammenti; nello stesso luogo di regola sta nascosto uno scorpione che via via cattura qualche membro della colonia. E' questo un esempio di sfruttamento esasperato di ogni minima risorsa alimentare in una semplicissima catena alimentare.
Nel deserto di Atacama, tuttavia, pare proprio che le uniche forme di vita siano rappresentate dai licheni capaci di resistere anche molti decenni in vita latente, lungo le sponde del mare vivono però molti uccelli che si nutrono di pesce e si
dissetano con l'acqua marina: i loro escrementi essiccati dal sole costituiscono ammassi di guano che l'uomo sfrutta come concime e per preparare esplosivi.
Da molti decenni i deserti si espandono ovunque inghiottendo, per così dire, ogni anno molte migliaia di km di terre limitrofe: vari paesi del cosiddetto 'terzo mondo' sono obbligati a spendere una parte del reddito nazionale nel disperato
tentativo d'arginare questa avanzata