Il nome di Fanerogame, introdotto da Linneo, sta per: 'piante che hanno nozze vistose',
modo enfatico per dire che esse producono fiori. In sèguito è stato introdotto il nome equivalente di Spermatofite, che vuol dire: 'piante che producono semi'. L'uno e l'altro nome indica una caratteristica saliente del phylum.
Le Fanerogame sono familiari a chiunque: dai faggi e abeti delle foreste montane, alle agavi e fichi d'India originari degli altipiani subdesertici del Messico, dai ranuncoli e papaveri dei prati temperati, alle palme e agli olivi delle oasi del
Sahara. Nella figura a lato sono rappresentati rispettivamente un leccio, un
abete, una palma e un papavero.
Alle Fanerogame appartengono inoltre piante che forniscono il
nutrimento di base alle popolazioni umane: il frumento, il riso, il mais, la patata, il banano, la palma da dattero e la manioca, il sorgo, l'orzo e altre ancora.
Alle Fanerogame appartengono infine molte piante che forniscono principi curativi assai importanti: la digitale, l'albero della china, la belladonna, l'arbusto del caffè, il papavero da oppio.
Tanto basta per dare un'idea dell'interesse che questo phylum presenta per gli agronomi, i naturalisti, i medici.
Le Fanerogame comprendono due subphyla: le Gimnosperme e le Angiosperme.
Novità strutturali e funzionali presso le Fanerogame
Presso le Fanerogame incontriamo quattro innovazioni di grande rilievo.
In primo luogo i gametofiti femminili si riducono a poche cellule che perdono la loro indipendenza trovando ospitalità e nutrimento in appositi organi dello sporofito:
i fiori. Si riducono anche i gametofiti maschili che costituiscono i granuli di polline.
Nel fiore femminile, o nella porzione femminile del fiore
ermafrodito, i rispettivi gameti si incontrano e producono uno
zigote da cui nasce un
embrione carico di materiali di riserva e spesso protetto da uno o più involucri forniti dallo sporofito: il
seme. Un'altra innovazione riguarda i
meristemi: in aggiunta a quelli primari che presiedono all'accrescimento in lunghezza di fusti e radici compaiono
i meristemi secondari, o cambi, che permettono l'accrescimento in spessore della pianta.
Tuttavia la novità più importante da un punto di vista funzionale ed ecologico riguarda la comparsa della
suberina componente
principale del sughero delle cortecce.
Il sughero è un ottimo coibente termico (l'industria lo usa a questo scopo), è del tutto impermeabile all'acqua e ai gas e brucia con grande difficoltà. Le cellule che si circondano di questa sostanza perdono ogni rapporto con l'ambiente circostante, non si nutrono né respirano, sono quindi destinate a morire, ma la pianta nel suo insieme se ne avvantaggia, anche perché la corteccia è attraversata dalle
lenticelle,
canalicoli che garantiscono lo scambio dei gas (fig.) con i tessuti retrostanti.
Storia evolutiva delle Fanerogame
Dette innovazioni hanno caratterizzato le prime Gimnosperme che durante il Carbonifero e il Permiano hanno avuto un crescente successo, condiviso dalle Pteridofite arboree. Questo successo è
testimoniato dalla formazione di immensi banchi di carbon fossile presente in tutti i continenti. Corrispettivamente il contenuto di Ossigeno dell'atmosfera ha ricevuto un incremento.
Tuttavia le Pteridofite (Calamitali e parte delle Pteridofitine) (fig), hanno subito un declino durante l'orogenesi verificatasi alla fine del Permiano:
la riduzione delle lagune e delle paludi, conseguente al sorgere delle nuove grandi catene montuose, e la generale aridità del clima avevano reso precaria la sopravvivenza alle piante legate all'ambiente umido. Quando infine è sopraggiunta la grande crisi che ha segnato la brusca transizione dal Permiano al Mesozoico, interi taxa sono scomparsi.
Quelle vicende hanno favorito invece quei taxa presso i quali l'emancipazione dall'acqua era progredita e avevano potuto colonizzare territori collinari e montani. Inutile
dire che nella 'conquista' di ambienti aridi non vi era stato nulla di intenzionale: in tutto, i processi selettivi avevano continuato a favorire quelle piante che per combinazione riunivano le caratteristiche che permettevano di prosperare nonostante la scarsezza d'acqua. La protezione offerta dal sughero favoriva questa attitudine.
Chiusasi l'era Paleozoica si assiste all'affermazione dei rettili ben equipaggiati per la vita terrestre e per nutrirsi di vegetali, e anche alla affermazione delle Conifere
xerofile, amanti cioè dell'asciutto (La forma ad ago delle foglie delle Conifere limita l'evaporazione e trattiene meno la neve).
Verso la seconda metà del Giurassico esordisce il secondo phylum delle Fanerogame, quello delle
Angiosperme, il quale alla fine del Cretaceo
toglie il primato alle Conifere e alle altre Gimnosperme. Tale successo, che dura tuttora, è legato alla straordinaria capacità delle Angiosperme di adattarsi ad ambienti molto vari grazie alla moltiplicazione delle specie e al loro differenziamento. Grazie a simile attitudine, condivisa dagli insetti tra gli animali, le Angiosperme giungono a contare un numero di specie molto alto (circa 250 000), forse decuplo di tutte le specie di piante apparse in precedenza.