La cellula procariote è propria degli
Archea e dei Batteri. Molte specie hanno forma bastoncellare,
e da questa hanno preso il nome i batteri e i bacilli, altre specie hanno
forma globulare, elicoidale e d’altro tipo (si vedano gli schemi e le figure
qui a lato)
Il volume di solito è contenuto fra 2 e 10 µm3; la lunghezza tra 0.5 e 3 µm.
Al centro della procellula è situato il cromosoma anulare (si
osservi lo scherma qui a lato e la
foto al M/E) che forma una matassa ancorata alla membrana plasmatica per mezzo dell’apparato enzimatico che provvede alla sua duplicazione; spesso è presente anche un
plasmide. Il cromosoma batterico consta mediamente di 4 milioni di nucleotidi, ma sono note specie munite di 8 e 16 milioni di nucleotidi.
Intorno al cromosoma vi è la massa semifluida e viscosa del citoplasma il quale contiene, disciolti o in sospensione: ioni, macromolecole di vario tipo, macromolecole aventi funzioni enzimatiche o di supporto, nonché i
ribosomi. Essi constano di due porzioni di massa diversa, giustapposte, tra le quali rimane un solco. I ribosomi dei Batteri sono diversi da quelli degli Archea. Il citoplasma è avvolto dalla
membrana plasmatica assai sottile che funge da filtro selettivo del materiale occorrente alla cellula.
Alla membrana cellulare aderiscono quei sistemi enzimatici le cui parti componenti per cooperare devono essere situate a distanze precise. Ne sono esempio: l’apparato molecolare per la fotosintesi, e l’apparato per la fissazione dell’azoto. Quando questi apparati molecolari sono molto numerosi, la membrana di supporto si espande acquistando una superficie molto ampia e si ripiega molte e molte volte.
Queste strutture prendono il nome di mesosomi.
La membrana plasmatica degli
Archaea differisce da quella dei Batteri per la diversa natura chimica dei lipidi che la costituiscono. La cellula procariote talvolta è munita di flagelli (fig. 3) formati da un cilindro di molecole di una proteina chiamata appunto ‘flagellina’. Questo cilindro si innesta su un supporto ricurvo che si continua con un rocchetto inserito nella membrana e nella parete cellulare. Il movimento del flagello è fornito da un flusso di
protoni (cioè di H+) che escono dal citoplasma: è la più piccola macchina a funzione propulsiva che si possa pensare. All’esterno della membrana plasmatica c’è la robusta
parete cellulare (fig.). Nei Batteri è costituita da una rete di materiali polipeptidici e glucidici (peptidoglicani) è flessibile e deformabile come sono le reti, ma inestensibile. Questa parete impedisce che la cellula si gonfi e scoppi quando si viene a trovare immersa in soluzione a più bassa concentrazione osmotica. Essa si lascia attraversare liberamente dalle molecole che la cellula secerne (enzimi digestivi, tossine, antibiotici) e dalle molecole occorrenti alla crescita e alla riproduzione della cellula stessa.
Negli Archea la parete è formata da materiale proteico o glicoproteico, o d’altro tipo, e può anche mancare.