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Membrana cellulare

 La membrana plasmatica (o plasmalemma) separa - ma non isola - dall'ambiente esterno quello interno che conserva, comunque, la sua autonomia funzionale. Essa si comporta come una linea di frontiera che può essere attraversata da persone e da merci, ma non indiscriminatamente, poiché esistono varchi speciali ove vige un controllo selettivo.

Essa è formata da un doppio strato di molecole lipidiche aventi proprietà polari cui sono associate innumerevoli proteine enzimatiche, il rapporto ponderale tra le due componenti può raggiungere la parità. Le sue capacità selettive dipendono sia dall'organizzazione fisico-chimica degli strati lipidici, sia dalla attività degli enzimi che incorpora.

La membrana plasmatica si comporta come una membrana semipermeabile, ciò vuol dire che essa si lascia liberamente attraversare dalle molecole del solvente (acqua nella fattispecie) ma non dalle molecole delle sostanze in essa disciolte. (fig)

La semipermeabilità ha conseguenze importanti, in quanto dà origine a fenomeni osmotici. Una parete cellulare si osserva presso i batteri, i funghi, i vegetali superiori e alcuni protisti.    

La membrana plasmatica gode di un'interessante proprietà: non tollera margini liberi e quindi tende a risarcire ogni lacerazione: questa proprietà - di natura chimico-fisica - garantisce la sopravvivenza della cellula dopo un trauma. Se però il trauma è tanto brutale da stracciare la membrana, ciascun lembo isolato della membrana si richiude su se stesso in modo da formare minute sfere. Di conseguenza non si osserverà mai una lamina di plasmalemma isolata, bensì una struttura laminare richiusa su se stessa.

Addossate alle due falde lipidiche che formano il plasmalemma vi sono molecole proteiche che ne accrescono la resistenza meccanica, mentre, inserite nel loro spessore, si trovano molecole enzimatiche alcune delle quali lavorano come pompe e provvedono al trasporto attivo di molecole. Queste pompe in miniatura, trasferiscono 'contro gradiente di concentrazione' alcune micromolecole consumando energia; in altre parole, esse concentrano all'interno della cellula sostanze indispensabili al metabolismo cellulare, oppure sospingono verso l'esterno sostanze da eliminare.

Altre molecole enzimatiche, sempre presenti, pompano in una direzione o nell'altra ioni alcalini o alcalino-terrosi (K+, Na+, Ca2+) e finiscono coll'introdurre cariche positive in eccesso e col creare una differenza di potenziale tra l'interno della cellula e l'esterno (7) che si esprime in millesimi di Volt. Da simile distribuzione delle cariche elettriche deriva una proprietà di grandissima importanza per ogni organismo vivente: l'eccitabilità. Infatti, qualunque evento che faciliti il deflusso di ioni attraverso la membrana, o ne limiti l'ingresso, provoca una variazione di potenziale che si propaga lungo il plasmalemma e innesca risposte specifiche da parte della cellula.

L'eccitabilità - più o meno sviluppata presso ogni sorta di cellule, dal batterio fino al mammifero - è il tramite per il quale ogni organismo riceve informazione dall'ambiente circostante e reagisce di conseguenza.

Il plasmalemma fornisce supporto meccanico sia a quelle molecole enzimatiche che possono funzionare solo se sono ancorate, sia a quelle altre molecole che cooperano solo a condizione di essere situate a distanze ben precise. Quando le molecole enzimatiche che necessitano di supporto sono numerosissime la superficie del plasmalemma cresce in proporzione, formando pieghe e creste . Ciò è evidente nei Procarioti, ma anche nei mitocondri, organuli delle cellule eucariotiche deputate alla respirazione .

La funzione di mediatore tra ambiente interno e ambiente esterno di cui è dotato il plasmalemma è assai importante, motivo per cui esiste un rapporto ottimale tra superficie limitante e volume citoplasmatico.

Quando una cellula cresce di diametro la sua superficie cresce secondo il quadrato delle dimensioni lineari, mentre il volume cresce secondo il cubo di dette dimensioni.

Ad esempio:

se in una cellula sferica il diametro passa da 10 µm a 20 µm

la  superficie passa da 234,6 a 942 µm2

il volume passa da 523,5 a 4189 µm3.

Lo squilibrio che così nasce viene eliminato dalla divisione cellulare (fig).  

In conclusione, a causa del complesso di proprietà inerenti alla struttura chimico-fisica degli strati lipidici e del complesso di proprietà delle proteine che ad essi aderiscono, la membrana plasmatica funge da centro di regolazione dell'ingresso e dell'uscita dei materiali occorrenti o da eliminare, in modo da mantenere le cellule in stato di crescita armoniosa o in stato stazionario.

Foto al M/E di due cellule contigue; si vedono le due membrane cellulari e il sottile spazio intermembrane 

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La Membrana cellulare è una struttura non visibile al microscopio ottico, ma se ne può immaginare l'esistenza, dal momento che le cellule isolate rimangono raccolte, come se fossero avvolte da un sottile involucro.  

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Rapporto superficie volume in un cubo 

 

 

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