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I tessuti animali

Il tessuto epiteliale è presto descritto: le cellule prismatiche sono a reciproco stretto contatto come le tessere di un mosaico o come le mattonelle di un pavimento, in modo da formare uno strato continuo. Questo tessuto non ammette margini liberi e sarà sempre chiuso su se stesso proprio allo stesso modo della membrana plasmatica, per tale motivo l'involucro epiteliale avrà sempre forma globosa o toroidale, e qualunque smagliatura o lacerazione verrà prontamente riparata grazie alla proliferazione delle cellule situate ai margini divenuti liberi a seguito del trauma.

Solo nei Chetognati e nei Vertebrati il tessuto epiteliale può presentarsi pluristratificato.

Gli epiteli contengono spesso un certo numero di cellule secernenti, le ghiandole a secrezione esterna derivano sempre da un epitelio.

Il tessuto nervoso è formato da cellule nervose, o neuroni, e da cellule della glia (fig).

I neuroni sono muniti di due categorie di prolungamenti, l'assone e i dendriti lungo i quali si propagano gli impulsi nervosi che sono del tipo delle correnti ioniche.

Le cellule della glia sostengono,isolano e nutrono le cellule nervose e le sbarazzano dei materiali di rifiuto.

Le reti di neuroni ricevono l'informazione dai recettori (cellule sensoriali), la elaborano e forniscono una risposta per il tramite degli effettori: cellule contrattili e cellule secernenti. Tali reti provvedono inoltre a immagazzinare in memoria l'informazione ricevuta. E' solo grazie alle reti di neuroni assistiti dalla glia che la memoria, e quindi la capacità di apprendere, compare presso i viventi.

Nei phyla meno evoluti non si osserva un vero tessuto nervoso, bensì una rete di neuroni sparsi tra le cellule epiteliali; questi neuroni si addensano in alcuni particolari distretti. Nei Platelminti e nelle specie meno evolute appartenenti ad altri phyla (Anellidi, Molluschi, Procordati) essi sono disposti in cordoni incorporati nell'epitelio cutaneo e solo all'estremo anteriore, ove costituiscono i gangli cerebrali, formano un tessuto autonomo. 

 Il tessuto contrattile o tessuto muscolare deve le sue proprietà alla presenza di filamenti di actina e di miosina capaci di interagire contraendo le strutture della cellula.

Negli animali meno progrediti, i filamenti contrattili occupano una porzione periferica della cellula che conserva il suo aspetto di cellula epiteliale: si parla allora di cellule mioepiteliali poichè svolgono attività ricoprente e nello stesso tempo presiedono alla mobilità. Negli animali più evoluti il materiale contrattile occupa quasi l'intera cellula che si presenta fusiforme, allungata. In tal caso si parla di fibrocellule o di fibre muscolari qualora vi siano molti nuclei.

Le fibre sono di solito associate in muscoli.

L'ordinamento dei filamenti di actina e miosina all'interno delle fibre e delle fibrocellule muscolari varia, ma è sempre in preciso rapporto con la funzione che il muscolo svolge. Ad esempio, se il muscolo agisce su un idroscheletro, o comunque su di una cavità contenente un fluido, i filamenti risultano disposti in modo da poter effettuare una contrazione molto ampia. Se invece il muscolo agisce su segmenti scheletrici incernierati, i filamenti risultano disposti in modo da effettuare una contrazione breve e quindi molto rapida: sarà il sistema di leve formato dai segmenti scheletrici che provvederà ad amplificare, o ad abbreviare il movimento.

Il tessuto connettivo consta di cellule e di materiale secreto dalle cellule. Le cellule vengono dette fibroblasti e restano in certo modo annegate nel materiale secreto, la matrice (fig. ).

La matrice nei casi più semplici consta di un materiale proteico fibroso chiamato collageno, dotato di grande resistenza alla trazione: i tendini sono formati da collageno e l'insieme dei sottili tendini delle dita dell'uomo resiste a una trazione di vari quintali.

Il tessuto connettivo svolge funzioni molteplici ed è tanto più abbondante e variato nella sua composizione e nella sua consistenza quanto più grande ed evoluto è l'animale.

Molto presto nella scala evolutiva compare la lamina basale che forma una sorta di feltro di fibre di collageno al disotto degli epiteli che risultano così più resistenti alla lacerazione. 

La cartilagine compare nei molluschi e diviene normale elemento di sostegno presso tutti i Vertebrati. Nelle cartilagini le cellule rimangono segregate entro una matrice costituita da un feltro di fibrille di collageno annegate in un materiale molto denso e resistente alla compressione, formato da polisaccaridi coniugati a proteine. Come nella 'Vetroresina' si sommano le proprietà meccaniche delle fibre di vetro e quelle della resina, come nell''Eternit' si sommano le proprietà delle fibre d'amianto e quelle del cemento, così nella cartilagine si sommano i pregi meccanici del collageno e quelli del polisaccaride coniugato a proteine.

Nel connettivo osseo, proprio dei soli Vertebrati, si trovano associati nella matrice il collageno, i polisaccaridi coniugati, nonché cristalli di idrossiapatite, una forma particolare di fosfato di Calcio. Tre diversi tipi di cellule assicurano il continuo rimaneggiamento dell'osso in modo da adeguarne l'architettura alla crescita e alle mutevoli esigenze di sostegno dell'organismo (fig). L'osso non ha solo funzione di sostegno, ma costituisce anche una riserva di calcio e di fosfati. 

La grossa cellula centrale è un neurone di mammifero; le frecce piccole indicano i nuclei delle cellule della glia, che fungono da nutrimento e fanno da supporto ai neuroni

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Matrice e cellule del tessuto connettivo

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Tessuto cartilagineo

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