I Tardigradi sono minuscoli animali, di solito non più lunghi di un millimetro che, quando furono scoperti nel 1773, destarono grande sorpresa per la loro capacità di 'resuscitare'
(anabiosi): lasciati all'asciutto si raggrinziscono in
una masserella informe, reidratati con cautela riassumono la forma primitiva e l'attività consueta. Si è poi visto che, disseccati completamente, resistono a temperature prossime allo 'zero assoluto' (O°K) e a forti dosi di radiazioni ionizzanti, letali per tutti gli organismi viventi.
Tale attitudine all'anabiosi è condivisa da alcune altre specie animali, e in particolare da Nematodi e
Rotiferi Bdelloidei che dimorano nella cosiddetta 'flora pioniera' formata da licheni e muschi; questo è anche
l'habitat preferito dei Tardigradi terrestri. Si può dire che questi animali si difendono passivamente dalle ostilità ambientali lasciando variare le condizioni interne, strategia opposta a quella seguita dall'insieme degli Artropodi.
I Tardigradi hanno, come gli
Onicofori, il corpo protetto da una cuticola di
chitina flessibile e trasparente, soggetta a mute periodiche, su di essa si inserisce una muscolatura striata trasversalmente simile a quella degli
Insetti. Il tronco è formato da quattro soli segmenti muniti di parapodi conici che portano da due a dodici minuscole unghie.
La semplice organizzazione di questi animali è schematizzata nella fig. . I sessi sono separati e la fecondazione è interna: le uova sono grandi e ben protette da un involucro chiamato
corion.
I Tardigradi contano circa 500 specie, la maggior parte sono semiterrestri, alcune sono marine.