Foronidei
Questo phylum comprende un piccolo numero di specie di polipiformi che vivono col corpo protetto da un tubo conficcato nella sabbia oppure attaccato a sassi e scogli. Si nutrono come tutti gli animali fissati al fondo marino creando un vortice di acqua
agitando due braccia munite di tentacoli cavi e coperti di ciglia, il vortice spinge le particelle sospese verso la bocca. La loro organizzazione è schematizzata nella fig.
Il phylum comprende una trentina di specie confinate nei mari caldi.
I Brachiopodi somigliano esteriormente ai molluschi bivalvi, ma le due valve della conchiglia anziché essere laterali sono una dorsale e una ventrale; possiedono due braccia coperte da sottili tentacoli ciliati cavi che, come nel caso dei Foronidei, generano un flusso d'acqua che porta cibo e ossigeno (fig. ).
I sessi sono separati, la riproduzione come di regola per gli animali marini sessili è indiretta: le uova fecondate producono larve pelagiche ciliate che somigliano vagamente a meduse.
I Brachiopodi si alimentano allo stesso modo dei Lamellibranchi e altri animali 'sospensivori'. Il battito delle ciglia genera un flusso d'acqua che viene convogliato e regolato dalle due valve socchiuse: il materiale introdotto viene inglobato in un cordone mucoso che raggiunge la bocca e viene poi digerito in un intestino di struttura molto semplice.
Alcuni brachiopodi si attaccano agli scogli con un peduncolo o con la valva ventrale; altri stanno conficcati nella sabbia e il peduncolo contraendosi li trascina in basso, se si avvicina un pericolo .
Storia
naturale dei Brachiopodi
Il phylum dei Brachiopodi ha origini antichissime, precambriane. Manifesta grande stabilità morfologica: basti dire che il genere Lingula data dal Cambriano medio. Dalla fine del Cambriano in poi questi animali hanno dovuto competere con i molluschi lamellibranchi sia per il cibo, sia per gli ambienti da colonizzare. Dopo un massimo rigoglio intorno all'Ordoviciano è incominciata la lenta decadenza oggi sopravvivono 260 specie contro le 7000 specie fossili conosciute.
I Briozoi sono animali acquatici polipiformi che si possono ritirare entro una teca cuticolare: vivono sempre e solo in colonie formate da individui minuscoli, uguali o specializzati in maniera molto diversa. Il phylum comprende una classe prevalentemente marina, i Gimnolemi, e una classe a vita dulcacquicola, i Filactolemi.
Il polipo dei Briozoi (fig) misura circa 1/2 millimetro ed ha un ampio celoma che invia propaggini anche dentro i tentacoli. Le sue pareti laterali secernono una teca chitinosa entro la quale la porzione esterna del polipo può essere retratta da un apposito muscolo. La teca è spesso calcificata, di forma regolare, tale da consentire la giustapposizione degli individui.
La colonia si sviluppa infatti per riproduzione asessuata dei polipi e presenta, per ciascuna specie, una forma molto caratteristica. Attraverso i fori della teca ciascun polpo comunica con quelli adiacenti.
Di solito i sessi sono separati con fecondazione interna; l'incubazione delle uova avviene entro il corpo materno del quale fuoriescono poi le larve pelagiche.
I Gimnolemi dimorano in mare ove formano colonie spesso polimorfe, cioè con individui specializzati in modo vario. Le colonie stesse presentano aspetto vario: alcune sono semplicemente incrostanti e ricordano un tessuto o un merletto molto delicato, ma Tubulipora ha l'aspetto di un cespuglio di rami cilindrici, Bugula (fig) sembra un ramo frondoso e Flustra rassomiglia ad una sottile cresta molto frastagliata.
I Gimnolemi sono presenti ovunque nei mari poco profondi, si nutrono di
microplancton.
I Filactolemi vivono nelle acque dolci stagnanti, contano una cinquantina di specie. Sono ermafroditi e hanno sviluppo diretto, come di regola per gli invertebrati d'acqua dolce.
I Chetognati comprendono una sessantina di specie marine planctoniche predatrici di modeste dimensioni (da 1 a 8 cm).
Hanno l'aspetto di pesciolini trasparenti e sottili protetti da una spessa cuticola che con le sue pieghe forma uno due paia di pinne laterali e una pinna caudale (fig.): la loro forma sottile e allungata ha procurato a due generi i nomi molto eloquenti di Sagitta (saetta) e Spadella.
Il capo è ben differenziato e porta varie strutture sensoriali. La bocca è corredata di uncini e denti mediante i quali i Chetognati catturano minuti crostacei, soprattutto
copepodi, e altri organismi plactonici. L'intestino è semplice e rettilineo. E' privo di organi escretori e apparato circolatorio.
Il sistema nervoso è piuttosto complesso; la complessità è in rapporto con le strutture sensoriali : ocelli, chemiocettori e meccanocettori che segnalano la vicinanza della preda da catturare.
Questi animali sono ermafroditi insufficienti: la fecondazione è interna e le uova vengono di solito emesse poco dopo la fecondazione. Lo sviluppo è diretto.
Il phylum, pur comprendendo pochi generi e specie, è presente in tutti i mari del mondo ove costituisce una importante quota del plancton. In nessun altro phylum di animali a un così basso numero di specie corrisponde una così enorme
biomassa, e solo presso i Nematodi si osserva una così grande efficienza legata a un piano strutturale tanto semplice.
I rapporti filogenetici dei Chetognati sono molto oscuri, qualche indizio suggerisce di collocarli tra i
Deuterostomi.
Comparsa dei brachiopodi e dei lamellibranchi,
relazioni